Epistolario  |  Indici  |  Cerca nell'epistolario

< <

Lettera di Lombroso a Luzzatti in cui lo sollecita a intervenire per bloccare i provvedimenti Berti per la lotta alla pellagra


Segnatura
Archivio Luzzatti, Sezione 1, Corrispondenza, Lombroso Cesare 4

Istituto di conservazione
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia

Luogo e data
Torino, 22/10/1881

Mittenti
Lombroso, Cesare

Destinatari
Luzzatti, Luigi (Economista, politico e Presidente del Consiglio veneziano)

Citati
Berti, Domenico (Filosofo e politico piemontese)
Ferri, Enrico (Giurista, sociologo e politico mantovano, allievo prediletto di Cesare Lombroso)
Garofalo, Raffaele (Magistrato, giurista e criminologo napoletano)
Reinach, Joseph (Avvocato, pubblicista e politico parigino)

Consistenza
2 fogli

Lingua
Italiano

Contenuto
Lombroso scrive a Luzzatti, manifestando perplessità per l'atteggiamento della stampa moderata davanti ai provvedimenti Berti, polemica "contro le utopie almeno generose" sulle pensioni degli operai, ma silente sul "risanamento con quattro tocchi di penna e di credito agrario", impossibile e osteggiato dalla "potenza Romana". "Ma più grosso è lo sproposito sulla cura della pellagra che egli, il buon filosofo avvezzo a risolvere le questioni a colpi di sillogismi, trova subbito [sic!] attuabile quando si riesca nient'altro che a migliorare le abitazioni e a risanare le acque". Lo informa di essere già intervenuto "per mostrarne la ridicolaggine, inquantoché se anche i [suoi] 18 anni di continue esperienze non valessero nulla a provarne la causa specifica sola nell'uso del maiz guasto e nell'eredità, queste due ultime cause immaginate dal Berti o meglio da qualche ignorante suo consigliere non hanno il più lontano rapporto e [Luzzatti] stesso [ne avrebbe potuto] essere giudice pensando ai vecchi ghetti, dove né sudiciume né acqua cattiva scarseggiava e altrettanto dicasi della Calabria Sardegna Sicilia dove [erano diffuse] malattie cutanee, tifo, tigna, ma giammai pellagra". Lo informa che, nonostante la smentita ufficiosa del «Diritto», Berti perseverava in un "errore", che avrebbe prodotto un grave deficit di bilancio e promosso un indirizzo sbagliato degli studi: "È tempo dunque che qualcuno lo avvisi tanto più poi dato che fosse vero ne verrebbe niente altro che la incurabilità della pellagra perché chi può cambiare le acque potabili e le abitazioni di circa dieci milioni di abitanti; e poi dovrebbesi cominciare dalle città dove il sudiciume nelle case dei poveri è massimo e che non hanno [...] il miglior medico dei contadini: il sole e l'aria buona". Lo prega di intervenire politicamente, non potendosi occupare personalmente "che della pura parte esperimentale": "ti confesso che comincio a stancarmi di vedere questa eterna lotta delle Danaidi". Lo prega infine di pubblicizzare l'«Archivio di Psichiatria», più noto all'estero che in Italia

Note
Per gentile concessione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia

    Foglio 1
    Foglio 2
    Foglio 3
    Foglio 4
    Foglio 5