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Lettera di Lombroso a Loria in cui difende dalle critiche la propria teoria della rivoluzione


Segnatura
Archivio Loria, U.A. XI, b.24/1.1

Istituto di conservazione
Archivio di Stato di Torino

Luogo e data
Torino, 31/07/1890

Mittenti
Lombroso, Cesare

Destinatari
Loria, Achille (Economista e sociologo mantovano)

Citati
Attila (Condottiero e sovrano unno)
Sanzio, Raffaello (Pittore)
Sighele, Scipio (Psicologo, sociologo e criminologo trentino)
Teodorico (Sovrano ostrogoto)
Tommaso Aniello d'Amalfi detto Masaniello (Capopopolo napoletano)
Totila

Consistenza
1 foglio

Lingua
Italiano

Contenuto
Lombroso replica a Loria, rifiutando le critiche mossegli. "Il sangue non è acqua: ed il s[angue] semitico che circola in noi fa che noi siamo fermi nell'opinione, insuggestionabili - portati a spingere all'estremo le nostre convinzioni. Perciò io così mi spiego che dopo letto il 2. vol. suo [dell' Analisi della proprietà capitalista ] non abbia potuto cedere nelle mie convinzioni". Afferma che le invasioni barbariche erano state animate da geni quali Attila, Totila e Teodorico. "Ma io stesso dico che vi possa esser rivoluzione senza geni -; e l'invasione non è vera rivoluzione; - ed ha, ad ogni modo una serie di cause complesse, complicate, tra l'altre strategiche. La rivoluz[ione] di Masaniello e dell'89 ebbe per concause carestie ma non per cause assolute. L'Italia dovrebbe essere il paese della rivoluzione - se la carestia fosse la causa dominante". Annuncia che Sighele avrebbe recensito Il delitto politico e le rivoluzioni, affrontando il nodo delle loro "divergenze". Esprime gratitudine per "quella sua lettera che è una monografia e [che avrebbe tenuto] preziosa come uno schizzo di Raffaello" 

Note
Per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Archivio di Stato di Torino

    Foglio 1
    Foglio 2