Trascrizione di lettera di Lombroso a Mantegazza in cui raccomanda Camis e lo informa sulle condizioni della società veneta
Segnatura
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Luogo e data
Treviso, 06/09/1866
MittentiLombroso, Cesare
DestinatariMantegazza, Paolo (Medico e antropologo monzese)
CitatiCamis, Vittorio (Ingegnere montanista veronese)
Errera, Alberto (Economista e pubblicista veneziano)
Gibelli, Giuseppe (Botanico e accademico lombardo, docente fra l'altro presso l'Università di Torino)
Tejada de Montemayor, Jacobita (Prima moglie di Paolo Mantegazza)
Valerio, Domenico detto Cannone (Bandito abruzzese)
Vittorelli, Carlo (Avvocato e garibaldino veneto)
Consistenza
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Lingua
Italiano
Contenuto
Lombroso raccomanda a Mantegazza per una missione l'ingegner Camis, "un giovane [tagliato] a martello" costretto ad abbandonare gli scavi petroliferi a Tocco perché ricattato della banda Cannone: "Posso dirgli che venga da te?". Chiede notizie sui cari e gli amici comuni, dandogliene a sua volta di proprie. "Io vivo di mala voglia nel mio Veneto assai poco contento dei miei compatrioti; essi mi riuscirono quasi nuovi, io non conosceva che possedessero tanta vivacità di ingegno e tanta volubilità ed hai! servilità e fiacchezza. Son tutti occupati di essere per piacere al Re, di fargli tessere gualdrappe, baldacchini ecc. di inneggiargli sonetti, apprestargli tornei e... qualcosa di peggio, mentre fino il silenzio sarebbe troppo allegro per le circostanze nostre e per la vergogna. Ho trovato due soli Veneti che fecero ed osarono qualcosa in mezzo alla generale infingardaggine, Vittorelli ed Errera, ma l'uno ha ventinove trentesimi di sangue bavarese e l'altro ne ha altrettanto di sangue semita. Tornerò presto alla pacifica Pavia". Accena alla fama di cui gode Mantegazza fra le donne venete, "persino [fra le] più remote cuoche", che ne leggono avidamente i libri: "mi domandano dettagli sulla tua famiglia, su te... che, ahi!, speravano scapolo. Credo poi che elle non sappiano ancora come ti sei fatto
ministro officiale del dolore e assai più zelante che nol fossi del piacere. Ma io non lo dissi, da buon amico"
Note
L'autografo, di proprietà di Mario Tavani, risulta irreperibile. La trascrizione è pubblicata in G. Armocida - M. Tavani, Otto lettere di Cesare Lombroso a Paolo Mantegazza, «Rivista Italiana di Storia della Medicina. Organo ufficiale della Società Italiana di Storia della Medicina», 14, 1-2, 2004, pp. 68-69