Trascrizione di lettera di Lombroso a Mantegazza in cui esprime le proprie opinioni sull'andamento della terza guerra d'indipendenza
Segnatura
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Luogo e data
Firenze, 28/06/1866
MittentiLombroso, Cesare
DestinatariMantegazza, Paolo (Medico e antropologo monzese)
CitatiBizzozero, Giulio (Istologo varesino, docente e rettore presso l'Università di Torino)
Rovida, Carlo Leopoldo (Clinico milanese)
Tejada de Montemayor, Jacobita (Prima moglie di Paolo Mantegazza)
Zanini, Giovanni (Igienista e medico legale pavese)
Consistenza
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Lingua
Italiano
Contenuto
Lombroso scrive a Mantegazza perché, letto di sua moglie impegnata a fabbricare "camicie garibaldine", desidera avere sue notizie: "perché sono momenti in cui troppo interessa dove è e come sta un amico". Commenta la "grande sventura" [la sconfitta dell'esercito italiano a Custoza]: "a me duole più che pel danno materiale per quello che fa presagire; per la dappochezza che tradisce nei nostri capi, i quali amministrano la guerra come la politica colle vedute e le mani del Lilipuziano Piemonte. L'onore fu salvo solo perché il valore profondo degli uomini neutralizzò l'imbecillità dei capi, ma Dio ci salvi da due altri simili onori". Lo informa che, rifiutato dai "Bertaniani", aveva ricevuto la proposta di stabilizzare la propria posizione nell'esercito: "ma io rifiutai nettamente; perché non si va a Pizzighettone che una volta sola; io resterò qui al Consiglio Superiore fino al riaprirsi delle ostilità". Comunica dati statistici sulla diffusione della tubercolosi fra le truppe. Lo invita a sollecitare Bizzozero a esprimere la preferenza per un ospedale in cui prestare servizio; mentre Rovida non era più in tempo. Nel poscritto, rivolgendosi a Jacobita Mantegazza, Lombroso la saluta e la invita, in assenza del marito, a rispondergli personalmente
Note
L'autografo, di proprietà di Mario Tavani, risulta irreperibile. La trascrizione è pubblicata in G. Armocida - M. Tavani, Otto lettere di Cesare Lombroso a Paolo Mantegazza, «Rivista Italiana di Storia della Medicina. Organo ufficiale della Società Italiana di Storia della Medicina», 14, 1-2, 2004, pp. 67-68