Correspondence  |  Indices  |  Search

< <

Lettera di Lombroso a Bodio a cui replica difendendo "L'Uomo delinquente" dalle critiche


Segnatura
Carteggio Bodio, 1356.17

Istituto di conservazione
Biblioteca Nazionale Braidense, Milano

Luogo e data
Torino [dato attribuito], Luglio 1878

Note alla datazione
La seconda edizione de "L'Uomo delinquente", oggetto di discussione nella lettera, uscì il 30 giugno 1878
Mittenti
Lombroso, Cesare

Destinatari
Bodio, Luigi (Economista, statistico e funzionario ministeriale milanese)

Citati
Achille (Personaggio mitologico)
Ascoli, Graziadio Isaia (Linguista e glottologo goriziano)
Beccaria, Cesare (Giurista, economista e filosofo milanese)
Beltrani Scalia, Martino (Direttore del sistema Penitenziario del Regno d'Italia)
Buccellati, Antonio (Giurista e letterato milanese)
Carrara, Francesco (Penalista toscano)
Gorresio, Gaspare (Glottologo, indologo e bibliotecario piemontese)
Mancini, Pasquale Stanislao (Giurista, politico e ministro campano)
Mantegazza, Paolo (Medico e antropologo monzese)
Raseri, Enrico (Statistico piemontese, funzionario del Ministero di Agricoltura)
Romagnosi, Gian Domenico (Giurista italiano)
Venn, John (Matematico e statistico inglese, studioso del calcolo della probabilità)

Consistenza
2 fogli

Lingua
Italiano

Contenuto
Lombroso ringrazia Bodio dell'attenta lettura della nuova edizione de L'Uomo delinquente, "cosa più rara in Italia che non si creda; poiché, da noi, son molti più i creatori che i lettori, non esclusi i critici, anche più in fama p.es. il Mantegazza che fa le bibliografie e le critiche a lume di naso e senza aver letto che l'indice e due o tre pagine dell'opera analizzata". Bodio invece aveva "veramente sviscerato l'argomento [trovando] i molti calcagni d'Achille del [suo] libro". Accetta la critica di "abuso di statistiche", promettendo di rimediare al difetto nella terza edizione grazie anche alla sua collaborazione. "Intanto mi sarà di scusa la necessità di opporre ad una scuola trionafante e tutta fondata sulla teoria, una tutta fondata sui fatti tanto numerosi che se molti altri fossero dispettosi ne resterebbero pur molti alla difesa". Che si fosse "lasciato trascinare da una data teorica" era forse in alcuni casi vero; il suo approccio tuttavia non era mai volontario e aprioristico: "solo le cifre mi hanno dimostrato [per esempio] che ad un certo gradino di istruzione corrisponde un aumento di criminalità il quale scema quando l'istruzione si fa più completa". Quanto alla critica di "scarsezza d'alcune cifre", era indotta dalla lacunosità dei dati e, comunque, non escludeva necessariamente la loro rappresentatività statistica. Lombroso rifiuta di essere considerato un nemico di Carrara, "uno dei più grandi analizzatori" della storia della penalistica italiana; tuttavia la scuola sorta intorno a lui era "completamente sbagliata", promotrice di un "ontologismo là dove occorreva il massimo sperimentalismo che ha fatto regredire il nostro paese molto più in là dei tempi di Romagnosi e Beccaria, molto più in basso della Francia dove, pure, l'ontologismo è così predominante". Il "principio di giustizia uno ed eterno" non solo era teoricamente falso ma produceva anche "conseguenze che potevano essere fatali al nostro paese". "S'immagina p.es se per seguire la teoria [...] si fosse concluso che le nostre leggi penali erano applicabili anche al diritto internazionale mentre il ratto invece in Inghilterra non è contemplato e a pochi passi da noi non c'è la Poligamia p.es. a Tunisi: e se si fossero, come del resto pensasi, scemati i rigori contro i recidivi [...]. Si può credere dopo tanti esempi, che tutto il progresso possibile del penale consista nell'abolizione della pena di morte: ed ottenuto quello non sia più nulla a temere!". "Tutto il mio libro è precisamente rivolto contro, non il Carrara che io venero, ma il Carrarismo che credo una delle cause della diminuzione degli studi e dell'incremento dei reati. Vedo per pratico Mancini e per teorico Buccelati [sic!]". Spera di andare a Parigi [all'Esposizione Universale] per visitare la sezione di Antropologia "e un poco curiosare nella China e Giappone e poi [ritornarsene] subito evitando i congressi di cui, dopo i due cui [aveva assistito ha] paura come i cani, scottati dall'acqua calda, o tepida che sia". Lo informa di un prossimo viaggio a Roma per alcuni concorsi. Accusa ricevuta della recensione della Pellagra in Provincia di Mantova, ipotizzando che avrebbe subito critiche dalla «Rassegna Settimanale». Invia condoglianze per un lutto domestico

Note
Per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Biblioteca Nazionale Braidense, Milano. Si fa divieto di riproduzione e duplicazione con qualsiasi mezzo

    Foglio 1
    Foglio 2
    Foglio 3
    Foglio 4