Lettera di Lombroso a Concato in cui sollecita la partecipazione al concorso per la cattedra torinese di Clinica medica, prospettandogli un'agevole vittoria
Segnatura
Fondo Concato, cart. II, fasc. 45
Istituto di conservazione
Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, Bologna
Luogo e data
Torino, 09/01/1878
MittentiLombroso, Cesare
DestinatariConcato, Luigi (Medico e accademico padovano)
CitatiCoppino, Michele (Letterato e politico piemontese, più volte ministro)
De Giovanni, Achille (Clinico e accademico di Sabbioneta)
Federici, Cesare (Medico clinico di origini marchigiane, docente universitario a Firenze)
Galvagni, Ercole (Medico e accademico bolognese, direttore della «Rivista Clinica di Bologna»)
Moleschott, Jacob (Fisiologo olandese)
Mosso, Angelo (Medico e fisiologo)
Murri, Augusto (Medico di origini marchigiane e professore presso l’Università di Bologna)
Sacchetto, Francesco (Editore padovano)
Tebaldi, Augusto (Psichiatra e accademico veronese)
Consistenza
2 fogli
Lingua
Italiano
Contenuto
Lombroso replica a Concato, dubbioso sulla partecipazione al concorso per la cattedra torinese di Clinica medica. "Quando si vuole qualcosa, davvero, non si bada alle piccolezze", alla chiamata diretta o alla vittoria per concorso: "quello scettro [avuto] a Bologna" lo avrebbe mantenuto anche a Torino, purché fosse stato "un po' moderato", non conflittuale, nella prima fase del suo incarico. Ricorda che Bologna - la destinazione alternativa a Torino - gli sarebbe stata ostile, ritrovando antichi nemici a cui se ne sarebbero aggiunti di nuovi. Intima a decidersi al più presto, in ragione della scadenza ravvicinata della chiusura del concorso torinese. Preconizza la rapida conquista del consenso del corpo studentesco, affascinato dalla sua nota abilità didattica, e del corpo accademico fra cui già contava molti sostenitori. "Bando agli isterismi - concorrete subito - [...] e di qui a 3 mesi mi ringrazierete". Nel poscritto lo prega, a Padova, di recarsi da Sacchetto, sollecitandolo a saldargli il compenso de
L'Uomo bianco e l'uomo di colore; ritorna sull'approdo a Torino, preconizzandogli un futuro - conquistata la città e il Piemonte - da senatore e mettendolo al corrente dell'ostilità dei commissari per alcuni suoi potenziali concorrenti
Note
Per gentile concessione della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, Bologna