Epistolario  |  Indici  |  Cerca nell'epistolario    

< <

Lettera di Lombroso a Verga in cui descrive gli effetti della propria sperimentazione dell'hashish


Segnatura
Archivio Verga, b. 3, fasc. 21, n. 8

Istituto di conservazione
Civiche Raccolte Storiche - Museo del Risorgimento, Milano

Luogo e data
Pavia [dato attribuito], 1863-1865

Note alla datazione
Si può ipotizzare, in base ai contenuti, che la lettera risalga a un'epoca successiva all'affidamento a Lombroso del corso pavese di Clinica delle malattie mentali
Mittenti
Lombroso, Cesare

Destinatari
Verga, Andrea (Psichiatra lombardo)

Citati
Biffi, Serafino (Psichiatra milanese, direttore del Manicomio privato "Villa Dosso" di Monza)
Bossi (Medico milanese)
Contini, Natale (Letterato e traduttore milanese)
Frigerio in Contini, Adele (Moglie di Natale Contini, affittacamere di Cesare Lombroso a Milano)

Consistenza
1 foglio

Lingua
Italiano

Contenuto
Lombroso si scusa con Verga per aver tardato a scrivergli, avendo sperato, invano, di poterlo visitare. Lo informa di aver "provato su [se] stesso e sui malati l'Hachich [sic!]", e procede a descrivere gli esiti di un'esperienza che non lo aveva lasciato "contento". "Io presone mezzo grammo a digiuno prima provai secchezza alla gola, leggero prurito e formiche alle mani ed ai piedi, ronzio alle orecchie, e un po' di calore alla nuca ed al collo - poi sonno da cui mi svegliai per provare poi sempre una sonnolenza continua e mai soddisfatta - [...] niun'erezione anzi impotenza. Dormii a lungo la notte, dormii per 16 ore circa [...] non feci sogni. Il mattino mi sentii bene fino alle 10 1/2 poi dalle 10/2 alle 2 sentii gonfiare le giugulari peso al capo sempre crescente, e impossibilità a pensare, a ricordare i nomi propri specialmente - e poi ancora a muovermi". "Aveva sempre una continua voglia di orinare. Ebbi invece poca costipazione". "Dura 1 2 giorni l'effetto: il caffè non influisce in nulla il vino al momento giovava per rischiarirne le idee ma poi aumentava la sonnolenza e lasciai passare". "In genere fui tristissimo e malinconico per tutto quel tempo. Migliorai non so se per l'uso della tintura di oppio o per altro. Certo però che al finire della narcosi mi si sviluppò una stomatite aftosa ed un'odontalgia - che guarì in pochi giorni". Prosegue elencando gli effetti della somministrazione dell'hashish, in polvere o in tintura, ai malati, non particolarmente rilevanti: "Continuerò per ancora ad esperimentarne benché con poca speranza". Invia a Verga un "lavoretto sulla pazzia in China", comunica di aver terminato le lezioni ma di proseguire la clinica, ancorché quasi privo di uditori. Invia saluti ad amici e conoscenti comuni. Nel poscritto lo informa di andar "facendo una gran razzia di cretini"

Note
Per gentile concessione del Comune di Milano - tutti i diritti di legge riservati - Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento, Milano La lettera, pubblicata per cura di "A.S.P.I. - Archivio Storico della Psicologia Italiana" (Università di Milano Bicocca), è consultabile on-line all'indirizzo: http://www.aspi.unimib.it/collections/object/detail/10626/