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Lettera di Livi a Lombroso in merito alla fondazione di una nuova rivista freniatrica, pregandolo - se non si sentiva di accettarne la condirezione - di collaborarvi ufficialmente


Segnatura
Legato Cerù, b. 4-5-6, f. Livi

Istituto di conservazione
Archivio di Stato di Lucca

Luogo e data
Reggio Emilia (Manicomio di San Lazzaro), 18/11/1874

Mittenti
Livi, Carlo (Fisiologo e psichiatra toscano, direttore del Manicomio di Reggio Emilia)

Destinatari
Lombroso, Cesare

Citati
Carrara, Francesco (Penalista toscano)
Tamburini, Augusto (Psichiatra anconitano, direttore del Manicomio di Reggio Emilia)

Consistenza
1 foglio

Lingua
Italiano

Contenuto
Livi replica a Lombroso, chiarendo alcune delle proprie idee sulla rivista freniatrica di prossima fondazione. Il periodico avrebbe iniziato le stampe dopo un concorso per evitare di somigliare a "una specie di Comitato elettorale". L'iniziativa non avrebbe costituito una mancanza di "rispetti umani" nei confronti di alcuno: "Se diremo col Giornale delle corbellerie ci criticheranno: se non le diremo, peggio per gli invidi e i cattivi". La Medicina legale sarebbe stata trattata da un punto di vista freniatrico, escludendo le altre prospettive; la rivista doveva essere "essenzialmente freniatrica". Non si dovevano temere ritorsioni da parte degli specialisti esclusi: "noi andiamo franchi e a viso aperto per la nostra via, senza offendere nessuno, senza spirito di rivalità, rispettando tutte le opinioni e tutte le persone rispettabili". Comunica di volersi alleare al "criminalista più celebre de' nostri tempi, il Carrara", per costituire un punto di riferimento anche per "i legali": "Il nome solo mi basterebbe". Conclude invitandolo a condividere la sua linea editoriale e a dare alla rivista la sua "cooperazione ufficiale"; se non se la fosse sentita di assumere il ruolo di condirettore, confidava almeno di pubblicare i suoi studi

Note
Per gentile concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Archivio di Stato di Lucca